La biopsia prostatica è un esame diagnostico finalizzato al prelievo di alcuni frustoli di tessuto prostatico mediante un ago sottile, successivamente sottoposti a una valutazione istologica per escludere la presenza di un carcinoma prostatico. L’area da sottoporre a biopsia viene identificata, nel nostro caso, mediante un’ecografia per via transrettale.
L’esame è ben tollerato, viene praticato col paziente sul fianco, e i prelievi vengono effettuati dopo aver eseguito un’anestesia locale grazie all’ausilio di un ago sottile sempre per via transrettale. Prima dell’esame è necessario praticare una profilassi antibiotica. I disturbi successivi più comuni sono il bruciore durante la minzione, la presenza di tracce di sangue nelle urine e nel liquido seminale. In conclusione, è un esame ben tollerato e di breve durata (15mn); dopo la procedura è opportuno un periodo di osservazione di circa un’ora ed è consentita una ripresa immediata della vita abituale. Attualmente è possibile indirizzare le biopsie su lesioni sospette, individuate precedentemente con una Risonanza Magnetica Multiparametrica della prostata, esame di gran lunga superiore rispetto all’ecografia nell’identificare lesioni tumorali. Si parla di BIOPSIA PROSTATICA COGNITIVE, quando i prelievi bioptici vengono indirizzati nell’area sospetta individuata dalla risonanza magnetica ma senza l’ausilio di particolari software, utilizzati invece, insieme a un ecografo tridimensionale, nella BIOPSIA PROSTATICA FUSION. In quest’ultimo caso il software fonde le immagini della risonanza magnetica con quelle dell’ecografia, in modo da indirizzare i prelivi in modo mirato, riducendo al minimo il numero dei prelievi prostata. Il vantaggio delle BIOPSIE TARGET (cognitive e fusion) è quello aumentare la probabilità di identificare una lesione tumorale riducendo il numero di prelievi, rendendo l’esame meno invasivo.